sabato 23 luglio, ore 17.00, Pieve di Arezzo.

Chiesa


Santa Maria della Pieve, Arezzo
Risalente al XII-XIII secolo, la chiesa di Santa Maria della Pieve rappresenta un magnifico esempio di architettura romanica: certamente è una delle più grandi e suggestive pievi romaniche della Toscana. 
L’imponente edificio fu costruito sui resti di un tempio preesistente che risaliva alla fine del X secolo: di questo tempio è rimasta qualche traccia in uno dei portali della Pieve.
L’elegante e maestosa facciata a colonnato presenta sicure influenze pisane-lucchesi: è ripartita in basso da cinque arcate cieche e superiormente vivacizzata da tre loggiati sovrapposti, ai quali le differenze di spaziatura, altezza e diametro delle colonne conferiscono dinamicità e leggerezza. Della facciata fanno parte la lunetta con un bassorilievo raffigurante la Madonna Coronata e due angeli, nonché lo straordinario ciclo dei dodici Mesi, capolavoro della scultura medievale. Lo sviluppo segnatamente orizzontale della facciata contrasta con il verticalismo del campanile, detto “dalle cento buche” per le numerose bifore che ne alleggeriscono la struttura.
L'interno è a tre navate, concluse da un’unica abside, e presenta colonnati ed arcate leggermente ogivali, che preludono al gotico. Sopra l’altar maggiore si può ammirare una delle più raffinate testimonianze dell’arte senese in terra aretina: lo stupendo polittico (Madonna col Bambino, Annunciazione, Assunta) dipinto nel 1320 da Pietro Lorenzetti per il vescovo Guido Tarlati. Altre opere notevoli sono: la duecentesca Croce lignea di Margarito; l'affresco dei Santi Francesco e Domenico, di scuola giottesca del primo Trecento, e - nella Cappella del Sacramento - il trecentesco busto-reliquiario del vescovo Donato, patrono di Arezzo.



Pietro Lorenzetti, "Madonna col Bambino, Annunciazione, Assunta”, 
tempera su tavola, h. 298, Pieve di Santa Maria, polittico, 1320.



PIETRO LORENZETTI (Siena 1280-1290-Ivi 1348?), avviò la sua formazione a Siena, attraverso lo studio dei capolavori di Giovanni Pisano e Duccio Di Buoninsegna, i due migliori artisti operanti in città sul finire del Duecento.
Successivamente  lavorò nel grande cantiere di Assisi, dove fu intensamente colpito dalla maniera di Giotto che in tutta la sua attività posteriore cercò costantemente di allacciare alla cultura senese.

Il Polittico della Pieve di Arezzo, la prima opera documentata dell’artista, è una testimonianza efficace di questa volontà di mediazione tra le due culture senese e fiorentina.










La chiesa: Pieve di Santa Maria ad Arezzo e Piazza Grande












1 commento: